Un’installazione di luce sulla superficie della Piazza sull’Acqua a ridosso del Ponte di Tiberio per un omaggio al design contemporaneo sperimentale da parte di uno degli studi più interessanti della scena creativa italiana. 

 

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, in collaborazione con Laboratorio Aperto, e all’interno del progetto Welcome! – Rimini Creativity and Design Month, ha commissionato al progettista Gio Tirotto, il progetto 208, un’installazione luminosa sull’acqua che lambisce il Ponte di Tiberio, nel Borgo San Giuliano. Curato da Maria Cristina Didero, 208 è una installazione pubblica di uno degli studi più interessanti nel panorama del linguaggio artistico italiano, di base in Emilia Romagna, e conferma ancora una volta l’impegno concreto a favore della ricerca e la cultura da parte del Comune di Rimini. Vestendosi di bagliore, Rimini intende regalare ai suoi cittadini una imponente e suggestiva scultura luminosa fruibile da tutti, dal messaggio universale. 

“L’obiettivo di ogni mio progetto è la costruzione di un messaggio, che possa essere etico, politico o ironico. Non ha importanza quale, ma non deve mai mancare. Credo che il designer sia come un ponte, che unisce l’idea al messaggio finale, un ponte fatto di forma, dettagli e funzione”, afferma Tirotto 

Per la Piazza sull’Acqua che si apre nell’invaso di Rimini, proprio sotto lo storico Ponte di Tiberio, il progettista Gio Tirotto ha immaginato, in occasione delle festività 2020, l’installazione luminosa dal titolo 208. 208 sono le nazioni del mondo* e 208 sono le boe nel grande bacino a ridosso dell’affasciante ponte romano, anche chiamato Ponte del Diavolo perché sopravvissuto ai bombardamenti dell’ultima guerra, senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi della città. 

Le boe di Gio Tirotto vivono nel loro elemento naturale, ma svuotate della loro funzionalità originaria ne guadagnano una del tutto simbolica: la speranza e la visione di un mondo finalmente unito, coeso che guarda al futuro, oltre differenze e conflitti. Assorbendo la luce del sole durante il giorno, all’imbrunire i rombi opalini di 208 iniziano la loro leggera danza trasformando il paesaggio circostante in un inconsueto e rassicurante corpo segnaletico in continuo movimento, una lieve sinfonia di bagliori che sembra cullare lo sguardo dello spettatore. Ciascun galleggiante accumula energia autonomamente in maniera variabile, a seconda della sua posizione nella piazza sull’acqua; ogni elemento è un organismo indipendente ma parte del tutto, legato agli altri; ogni boa reagisce in maniera differente agli stimoli esterni esplicitando la convivenza tra collettività e individuo. Questo intervento di luce si trasforma al tempo stesso in emblema della diversità e segno di inclusione. 

Poiché in moto costante, gli elementi di 208 appaiono precari eppure sono ancorati saldamente al fondale; sebbene non si muovano mai in sincrono, sono tutti uguali. Alla continua ricerca dell’equilibrio, 208 diventa metafora potente dello stato di estrema fragilità in cui viviamo oggi, perennemente in lotta contro l’indeterminatezza, l’instabilità e comunque in stato d’allerta, vigili. Sebbene elemento vitale, l’acqua sa essere anche pericolo. Galleggiare non è una condizione neutra, non si è al sicuro, la presa è precaria, obbliga a resistere a una data situazione. Le boe diventano un punto di riferimento del nostro immaginario, un segnale confortante di resilienza. Nelle mani di Tirotto la loro traccia si moltiplica e si espande viaggiando su altre coordinate linguistiche e allegoriche, per restituire un’atmosfera di luce rarefatta che non solo esalta il paesaggio 

di uno dei punti più spettacolari di Rimini, ma invita a una riflessione sullo spazio e sul tempo senza precedenti in cui stiamo vivendo. Il gesto dell’autore, coerente con la tradizione marinaresca e la cultura di una città dall’immaginario così vasto e multiforme come quello riminese, richiama all’unità, alla coralità, enfatizza quel senso di unione che avvicina l’umanità tutta, tenuta insieme sì dall’emergenza, ma soprattutto da una salda comunione di intenti, capace di diventare forza. Il progetto 208 è un intervento silenzioso e riflessivo che intende parlare sottovoce, portatore di un messaggio universale nella sua estrema semplicità. Le boe di 208 galleggiano insieme anche se distanti, vicine anche se lontane, uguali anche se diverse. Comunque presenti. 

* Nel mondo ci sono 208 stati di cui 196 riconosciuti sovrani e altri 12 semi o non riconosciuti; sono considerati tali solo gli stati indipendenti e non quelli membri di federazioni. Wikipedia – il sapere per tutti. 

Info tecniche: 

– 208 boe custom made, prodotte in HDPE colore neutro. 

– Diametro 300 mm 

– Illuminazione LED a ricarica solare con crepuscolare, IP67/65 

NB: Le boe saranno riutilizzate una volta conclusa l’installazione 208 

Note biografiche 

Gio Tirotto non sceglie alcuna specializzazione merceologica, ma lavora alla costruzione di un  linguaggio artistico che spazia nei diversi campi del progetto: dal prodotto industriale all’edizione  limitata, dal progetto degli interni all’allestimento temporaneo. La direzione artistica di Gio Tirotto si  fonda sulla consistenza dell’idea, che sa avvalersi della tecnica per dare la forma migliore al  progetto. Tirotto ha progettato l’allestimento della mostra “OUT OF THE BLUE” a cura di Dagmar  Carnevale Lavezzoli e Katie Hill, una mostra promossa e prodotta da Comune di Milano, Palazzo  Reale e Alcantara S.p.A., appositamente concepita per l’appartamento dei principi di Palazzo Reale.  Nell’ottobre 2020, firma e presenta il concept di FENIX SCENARIO, nuovo spazio che nasce nel  Brera Design District a Milano, disegnato per FENIX, brand leader globale nel mercato dei materiali  innovativi. Nel luglio 2019 firma gli interni dell’ultimo locale a Milano dello Chef Carlo Cracco: Carlo  & Camilla – in Duomo, dove spinge il progetto artistico degli interni in una nuova interpretazione del  già noto concept. 

Maria Cristina Didero è un autore e curatore indipendente, di base a Milano; ha collaborato con  istituzioni italiane e internazionali, tra cui il Vitra Design Museum e la Fondazione Bisazza. Ha  contribuito a molti progetti editoriali per Phaidon, Skira, Corraini, Mondacelli Press. I suoi ultimi  progetti includono Super Design, antologica sul radical design italiano composta da una mostra, un  libro e un film, New York; Fun House, una mostra di Snarkitecture al National Building Museum di  Washington D.C.; Vegan Design – Or The Art Of Reduction, un progetto di Erez Nevi Pana  presentato durante il Salone del Mobile di Milano così come Il Pesce e gli Astanti di Carlo  Massoud, The Conversation Show al Design Museum di Holon a Tel Aviv, progetto sulla  comunicazione nel design. Maria Cristina ha scritto per riviste quali Domus, Vogue Italia,  Apartamento, L’Officiel, Flash Art Design, è stata Editor-at-Large di Icon Design e ha redatto libri e  cataloghi per musei, fondazioni, fiere di settore quali Design Miami/, Miart, Dubay Design Days. 

Nel 2015 Didero ha curato per la città di Rimini SALUTI DA RIMINI di Toiletpaper, progetto di design  territoriale sviluppato con Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, diffuso tramite affissioni pubbliche  e grandi bill board in città. 

Info stampa: 

press@giotirotto.it 3498782567 

mc@mcdidero.com – 3355620678

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